Fenomenologia del cinepanettone by Alan O' Leary

Fenomenologia del cinepanettone by Alan O' Leary

autore:Alan O' Leary
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
editore: Rubbettino Editore
pubblicato: 2013-04-02T07:00:00+00:00


In tutti i casi la rappresentazione è stata quasi all’unanimità giudicata in maniera negativa, con la rappresentazione delle donne e degli omosessuali in cima alla lista, mentre quelle degli uomini e dei personaggi a carattere regionale è più probabile che vengano semplicemente trovate divertenti. Anche correndo il rischio di esprimere un’opinione discutibile, non mi sembra che in questo caso – avendo visto e rivisto il canone dei cinepanettoni – la rappresentazione di un tipo di personaggio in particolare sia più esagerata o stereotipata di un’altra. Comunque va da sé che le relazioni di potere insite nella stessa società facciano sì che la rappresentazione delle cosiddette «categorie deboli» possa essere oggetto di un esame più attento da parte di chi fosse più interessato a tematiche di giustizia sociale. I rispondenti erano probabilmente più predisposti a stereotipare le rappresentazioni delle donne e degli omosessuali, mentre l’eventuale offesa causata da una rappresentazione negativa degli uomini è di un tipo diverso ancora e riguarda la celebrazione del loro comportamento scorretto. Le seguenti risposte riguardano la rappresentazione degli uomini; i paragoni con l’ormai ex Presidente del Consiglio sono ricorrenti (come lo saranno anche in riferimento al caso dello spettatore «tipico», discusso più sotto).

Non è solo negativa, è divertente e negativa: l’uomo fa il «figo», con tutte le carte da giocare, spesso strafottente menefreghista e maleducato, che però fa molto «stile»; (251)

è la vittoria della semplificazione dovuta a venti anni di berlusconismo; (302)

sempre uomini di mezza età non particolarmente belli né intelligenti, ma ricchi. Sono privi di morale e pensano quasi sempre al sesso. Modello Berlusconi. (107)

Soltanto uno dei rispondenti (lo stesso «studioso» citato sopra) ha notato, nella rappresentazione delle donne nei film, una critica al comportamento aggressivo degli uomini. Una tale interpretazione potrebbe ricollegarsi alla mia tesi (vedi Capitolo 4) che la «cattiveria» carnevalesca del cinepanettone nei confronti delle «categorie deboli» sia un procedimento di abiezione dislocata in cui i più deboli sono maltrattati da coloro i quali sono essi stessi deboli.

Le donne, in alcuni film, sono prese a schiaffi, ma non credo che sia un elemento negativo, perché con una tale rappresentazione iperbolica e assurda, si rimarca la meschinità di tali gesti. (184)

I personaggi maschili e di carattere locale o regionale autorizzano paragoni con modelli teatrali che, nel caso di personaggi femminili o d’altro tipo, non sono invece consentiti:

[La rappresentazione degli uomini è] macchiettistica, quasi da commedia dell’arte, nessuno spessore psicologico. (15)

Medesima dinamica del teatro dell’arte: il regionalismo (o campanilismo) viene sfruttato per creare delle vere e proprie maschere (come Arlecchino, Pulcinella, e così via). (271)

L’identificazione da parte di alcuni di modelli teatrali tradizionali non esclude le lamentele di altri. Le risposte che seguono riguardano proprio la rappresentazione dei caratteri regionali:

Stereotipata e non realistica; offensiva. (141)

Terroni e polentoni, i soliti stereotipi. (169)

Milanese imprenditore vs meridionale terrone. (33)

Come ho già accennato, lamentele simili che riguardano la stereotipizzazione valgono anche per altre tipologie di personaggi, e l’accusa di razzismo viene spesso aggiunta quando si parla dell’immagine che viene data dei personaggi stranieri, ancora abbinata, in alcuni casi, con l’accenno a un «effetto Berlusconi».



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